Un mondo tra terra e acqua. L'ambiente naturale del Golfo di Oristano e della Penisola del Sinis (1ª parte)

Il documentario si apre con una serie di sequenze che inquadrano dall'alto il Golfo d'Oristano e la Penisola del Sinis. Qui gli elementi naturali più caratteristici sono le coste e le zone umide. Più a nord rispetto alla lunga spiaggia d'Arborea, che "disegna il confine tra la pineta e il mare", si colloca lo Stagno di Sena Arrubia, habitat ideale per la proliferazione d'interessanti specie di volatili. A settentrione vi è lo Stagno di S.Giusta, mentre sopra Oristano il fiume Tirso modella il paesaggio circostante. La propaggine meridionale della Penisola del Sinis è denominata Capo S.Marco. Se da questa ci si sposta a nord incontriamo la falesia di Turri Seu, poi quelle de Su Tingiosu, dalle rocce calcaree modellate dal moto marino. Siamo vicini all'Isola di Mal di Ventre, dai caratteristici fondali, la fauna e la flora che fanno di essa un vero e proprio "paradiso naturale". Al limite della Penisola del Sinis c'è Capo Mannu, promontorio calcareo ricco di fossili. L'origine del Golfo di Oristano va riferita all'ultimo periodo dell'era terziaria e a quella quaternaria, escluse alcune zone meridionali e Mal di Ventre (di era paleozoica). Per la spiegazione, la voce fuori campo si serve d'illustrazioni realizzate al computer. I terreni terziari, risalenti a circa 6.000.000 d'anni fa, sono marmorei e calcarei. L'emersione della Penisola del Sinis è successiva. Risalgono al Quaternario i terreni argillosi e ciottolosi delle zone più interne. Ciò che più caratterizza il Golfo di Oristano sono le dune fossili, le arenarie, i terreni sabbiosi e ciottolosi trasportati dal fiume Tirso. La sua morfologia ha subito diverse metamorfosi col succedersi dei periodi geologici. Ne sono testimonianza evidente le falesie, la cui altezza massima raggiunge i 70/80 m. Inoltre l'erosione da parte delle onde produce detriti, deposti dal moto ondoso lungo tratti di costa bassa e riparata. Si formano in tal modo le spiagge, composte da sabbie fini, grossolane, ghiaia o ciottoli. Se la costa retrostante la spiaggia è bassa, l'azione del vento può favorire la dispersione della sabbia, dando luogo ai sistemi dunali interni. L'ambiente sottomarino è diviso in una provincia neritica ed una oceanica. Sui fondali sabbiosi crescono le praterie di posidonie, vere e proprie foreste sottomarine, habitat di varie specie animali e vegetali. Al largo dell'Isola di Mal di Ventre sono visibili veri e propri "santuari" sottomarini, ove è possibile ammirare una straordinaria varietà di pesci. Qui riposano anche le "reliquie di epoche passate". Fin dall'epoca dei fenici e dei cartaginesi, infatti, il Golfo di Oristano fu luogo d'intensi traffici commerciali, di cui sono testimoninza le rovine di Tharros e la nave romana del I sec. a.C. affondata nei pressi dell'Isola di Mal di Ventre.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda