I lamenti del cuore

In una malinconica giornata di pioggia, un giovane, di cui vediamo solo le mani sulla tastiera del computer, scrive una lettera, la stampa e la legge per mezzo di una voce fuori campo. È un uomo felicemente sposato e ha tre figli, ma questa felicità è stata oscurata dalla morte del fratello Mattia, caduto nell'incubo della droga, arrestato e morto nel carcere di Buoncammino. L'uomo si chiede perché il sistema carcerario non usi un trattamento più umano, se non sarebbe più giusto recuperare i carcerati, anziché perseguitarli. Scorrono le immagini in bianco e nero di una Cagliari sotto la pioggia. Una macchina passa attraverso i diversi quartieri della città, Is Mirrionis con i suoi palazzi, viale Buon Cammino con il panorama sul porto, il porto, Viale Diaz con il palazzo della fiera, il quartiere di Sant'Elia, con lo stadio sullo sfondo, Ponte Vittorio, lo stadio Amsicora, la Chiesa di Bonaria, via Roma, con i palazzi con i portici, Piazza Yenne, passa di fronte alle carceri di Buon Cammino, Piazza Repubblica, via Sonnino e Piazza Giovanni. L'uomo scrive la lettera per «continuare fermamente a tenere acceso il sogno di un mondo più giusto, dove per chiunque il destino sia migliore di quello di mio fratello Mattia. Sarà solo un'utopia e per me è consolante così. Un lettore e cittadino del mondo».

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda