Domus de Maria e le dune di Chia

Situato nella punta meridionale della Sardegna, il territorio di Domus de Maria è abbastanza esteso da abbracciare diversi contesti naturalistici; dalle zone boschive delle modeste montagne dell'interno, alle spiagge e scogliere della parte inferiore, senza trascurare le zone di macchia mediterranea. Il documentario presenta un quadro sufficientemente ampio del territorio e delle sue caratteristiche; sia quelle geologiche, a testimonianza della lunga vita dei rilievi interni del territorio, sia quelle storiche, a partire dagli importanti insediamenti fenicio-punici sulle coste, ma anche quelle folkloriche e gastronomiche, fino alle più recenti offerte di ricezione turistica organizzata. L'ambiente naturale occupa uno spazio preminente nella documentazione del valore del territorio. Dai boschi interni della riserva naturale Is cannoneris, ricchi di fauna come il cervo sardo, controllato con discrezione dalla guardia forestale, ai fondali marini davanti alle spiagge di Chia, note per la condizione relativamente intatta dell'ambiente e per le dune di sabbia formate dal vento, fino alle aree palustri e agli stagni, importanti luoghi d'osservazione per naturalisti e ornitologi per la presenza di fenicotteri rosa e aironi. Tra i resti del passato, oltre alle tracce delle diverse dominazioni (la torre spagnola sulla costa) sono segnalati i reperti del periodo fenicio punico, dalle strutture urbane di Bithia, ai tophet e agli altri reperti custoditi quasi interamente nel museo archeologico di Cagliari. Uno spazio non trascurabile del filmato è assegnato alla descrizione del territorio più ampio della parte estrema del meridione dell'isola. È infatti da Cagliari che parte l'itinerario che, fino a Chia, si sofferma nei luoghi più significativi della costa, come la cittadina fenicio-punica di Nora, nel territorio di Pula. Ma anche oltre, nelle grotte di Is zuddas a Santadi, sono numerosi i motivi che suggeriscono una sguardo più ampio nel territorio. In conclusione, è il patrimonio folklorico della cultura popolare che ricompone il quadro del territorio come elemento rappresentativo della peculiarità locale. Dalla festa campestre dello Spirito Santo, le processioni in costume e con i carri addobbati (is traccas) all'artigianato locale, come l'intaglio del legno e la coltelleria, senza trascurare la gastronomia. La parola finale spetta alla reclamizzazione delle strutture ricettive del territorio per tutte le esigenze turistiche.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda