I fenici

Il documentario, del Dipartimento Scuola Educazione, fa parte di una serie di trasmissioni dedicate all'archeologia e traccia un quadro dell'antichità sarda analizzandone le peculiarità nelle diverse epoche e zone dell'isola. Numerose didascalie introducono l'argomento di cui la voce fuori campo o gli esperti parleranno. Dopo la madrepatria Fenicia e Cartagine, la Sardegna è la terra che contiene più reperti delle due civiltà. I primi sono databili intorno al IX-VIII secolo a.C., e sono situati principalmente nella costa occidentale, sede da cui partivano traffici verso Iberia (Spagna) e Gallia Meridionale (Francia) e si controllavano le zone interne. L'antica Sulci (Sant'Antioco) era una delle città in questione. Oggi restano i Tofet, luoghi che testimonierebbero sacrifici umani, in genere di bambini, e numerose urne cinerarie, molte delle quali custodite a Cagliari, alcune con influssi greci nei dettagli. Un reperto importante è la statua della dea Tanìt ritrovata a Narcao. L'insediamento sul monte Sirai, di cui restano una muraglia con funzioni difensive e una cittadella punica unica nel suo genere, avevano la funzione di proteggere il territorio circostante. La muraglia appare costruita sui resti di un insediamento nuragico e venne utilizzata sino alla fine del III secolo. Dopo queste note, la parola passa a Vincenzo Santoni della Sovrintendenza Archeologica di Cagliari. Il significato dei numerosi oggetti votivi trovati negli insediamenti antichi sarebbe da ricercarsi in un mutamento della società nuragica, da una prima fase di controllo, ordine e utilizzo comunitario delle risorse, che si rappresentava solo con costruzioni monumentali, a una seconda fase, in cui si passa ad un tipo di civiltà aristocratica e "individualista", militare, che deve contrapporsi ad altre civiltà. Dei più di 7000 nuraghi della Sardegna, la voce fuoricampo descrive in Nuraghe Losa, presso Oristano. Un altro elemento della religiosità sarda è il Pozzo Sacro, come ad esempio quello di Santa Cristina presso Paulilatino, dalla struttura elegante, e con numerosi bronzetti intorno. Importanti anche le cosiddette "tombe dei giganti". Secondo Sabatino Moscati, le guerre puniche avrebbero avuto origine a causa della forte presenza dei cartaginesi nel Mediterraneo, presenza che aveva nella Sardegna il suo punto focale (IX- IV secolo). Tharros sarebbe stata l'epicentro della presenza cartaginese nell'isola, non più ridotta alle sole coste ma radicata in tutto il territorio che da Tharros portava a Cagliari. Di Tharros sono messi in evidenza il Tofet, presso cui ora sorge una torre spagnola, e i resti di numerose maschere, del VI secolo, come di numerosi gioielli e oggetti di vario genere. La più famosa "Maschera Orrida" è stata ritrovata, però, a San Sperate (CA). Un altro centro di grande importanza fu Bitia (presso Cagliari), in cui si scava la zona della Necropoli. Secondo gli studiosi, dalla torre di Chia e dal suo promontorio, oggi oggetto di scavi, potrebbero venire nuove importanti acquisizioni per gli storici. La chiusura è per il Tempio di Antas, presso Fluminimaggiore, che sintetizza le tre civiltà che si susseguirono, trattandosi di culto cartaginese riconosciuto dai romani che forse risaliva all'epoca nuragica. Il sardo Babai divenuto Sid e poi Sardus Pater per i romani.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda