Carnevale regionale
Il documentario si apre con le riprese di carri allegorici e balli. È il Carnevale di Iglesias, nato dall'intenzione di poche persone di riesumare l'antico Carnevale della città. L'idea fu ben accolta dall'Amministrazione comunale, che, in periodo elettorale, era interessata ad acquisire largo consenso popolare. Fu per questa ragione che la prima edizione della festa, nata con pochi soldi e molta improvvisazione, venne denominata ‘Carnevale elettorale'. L'iniziativa si rafforzò e dopo pochi anni il Carnevale Iglesiente divenne Provinciale. Maschere e carri provenivano da diverse località. I paesi vicini avevano tutti una loro rappresentanza, ma vi erano anche le maschere tradizionali di Cagliari (sa fiuda, su dottori, is piccioccus de crobi, su cancioffali), che sfilavano al suono dei tamburi, sa rantantina. Nutrita anche la rappresentanza sangavinese. Mentre la voce fuori campo commenta, scorrono le immagini dei carri allegorici. Tra i gruppi di Iglesias si distingue quello del circolo culturale Pachea, vincitore della sfilata in diverse edizioni. Dopo cinque anni il Carnevale divenne Regionale. Fu abbinato ad una lotteria nazionale che gli permise d'essere conosciuto nel resto d'Italia. Tuttavia, il grande merito del Carnevale iglesiente fu avere ospitato per la prima volta e insieme le maschere tristi dei Carnevali delle zone più interne dell'isola: i turpos (letteralmente ‘i ciechi') di Orotelli, i merdules e i boes di Ottana, i mamuzzones di Samugheo, i mamutones e gli isocatores di Mamoiada. Le inquadrature di queste maschere sono ritmate dal suono dei loro campanacci (con intervalli di canti in lingua sarda accompagnati da un tamburo). Vincitore della prima edizione del Carnevale Regionale fu il gruppo iglesiente We five. Le immagini del gran finale mostrano il rogo di Norfieddu, Re del Carnevale di Iglesias, che rappresenta un contadino vestito di paglia, secondo le antiche tradizioni del luogo.