Il carnevale di Orotelli

Orotelli (NU) festeggia il carnevale con due sfilate che attraversano il paese. La maschera più nota e caratteristica è quella de Sos Thurpos, ossia i ciechi, cosiddetti perché hanno il volto sporco di carbone e coperto dal cappuccio di un pesante cappotto di orbace che ricopre tutto il corpo, la maschera si completa con scarponi e gambali in cuoio. La vestizione avviene in pubblico, come un rito comunitario nel quale l'uomo si trasforma in animale e dio. Sos Thurpos si muovono in gruppi da tre, ognuno ricopre un ruolo nella scena drammatica, due sono legati insieme ad un giogo, come buoi con i pesanti campanacci che portano intorno alla vita, rappresentano nei gesti e nella mimica l'ostinazione dell'animale che non vuole essere aggiogato, il terzo è infatti il pastore che con una lunga corda tenta di domarli. In questo gruppo si esprime la violenza della vita in campagna e il desiderio della liberazione dalla servitù. Questa non è l'unica maschera che la tradizione di Orotelli ricordi, esistono altre maschere sempre legate alla cultura agro-pastorale, ad esempio su eritu (il riccio), sos titinaios, sos burraios. Quest'ultime non sono semplice da ricostruire e sappiamo della loro esistenza dagli scritti del sacerdote Merk. Esistono poi altre maschere che mischiano il passato con il presente come sos cusinos, i gentili e le dame, che hanno il volto coperto e gli abiti borghesi. Infine le maschere a cavallo e Carnevale, quest'ultimo viene portato in un carro funebre alla fine dei festeggiamenti e accompagnato dai pianti e da sos attitos della "moglie". Le ultime manifestazioni del carnevale si svolgono il mercoledì delle ceneri con la pentolaccia o sa padedda e con la visita notturna de sos thurpos alle case del paese. La voce fuori descrive brevemente le fasi della festa, ma le immagini sono il vero racconto del carnevale di Orotelli con i rumori e la gestualità delle sue maschere.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda