Segni di Sardegna

Il documentario illustra la Sardegna con forti riferimenti alla sua storia mitologica (l'orma del dio sulla terra, le janas), geologica, alle lunghe vicende di dominazione fenicio-punica, romana e spagnola, all'epoca nuragica e giudicale come momenti dell'autonomia isolana, all'eterogeneità dei suoi ambienti naturalistici e alla ricchezza della tradizione. Attraverso l'elaborazione grafica di immagini e oggetti significativi dell'isola (come le lucerne nuragiche), la descrizione si snoda lungo le caratteristiche delle quattro città principali: la lunga storia di Cagliari (dalla preistoria ai bombardamenti della II guerra mondiale, illustrando le rovine del vecchio teatro comunale progettato da Gaetano Cima); il fervore delle tradizioni di Oristano (la Sartiglia), il mito di Eleonora d'Arborea e gli stagni con le antiche barche is fassonis; il centro storico medievale d'influenza spagnola a Sassari (ma anche i poco distanti luoghi del turismo esclusivo in Costa Smeralda); fino a Nuoro, immagine del cuore della Sardegna e delle tradizioni più recondite (come il canto a tenores). Sono tanti altri gli elementi che animano questo quadro descrittivo della Sardegna; i sapori e gli aromi della macchia mediterranea, le ricchezze faunistiche, le bellezze artigianali (intrecci vegetali, lavorazione dei metalli come oro e argento, ricami, pizzi e intaglio del legno), e le numerose e varie testimonianze archeologiche (nuraghi, tombe dei giganti, domus de janas). E sono le case delle fate (janas) che forniscono lo spunto per l'esibizione degli aspetti più mitici e suggestivi della Sardegna; ma non mancano i riferimenti al mondo femminile, alla ricchezza dei costumi (da Tempio a Bitti, dalla Barbagia ai Campidani), al valore dei rituali come la vestizione de su componidori della Sartiglia di Oristano, o le maschere dei mammuthones. Infine qualche rapido accenno ad alcune attività importanti come l'allevamento, con particolare riguardo all'attività pastorale, e all'allevamento dei cavalli, incluso quello brado dei cavallini della Giara.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda