La Baia delle ninfe (Porto Conte)
La Baia di Porto Conte è conosciuta già in epoca romana con il nome di Portus Ninpharum, ma le sue origini sono di gran lunga più remote. Nella grotta Verde e in quella di Punta Giglio, è stata riscontrata la presenza di insediamenti neolitici grazie ai numerosi graffiti murari, alle statuette antropomorfe, ai vasi decorati. Dell'antico Portus Ninpharum, abbellito da imponenti ville residenziali romane, non rimane ormai traccia; abbandonato in epoca imperiale, venne lentamente inghiottito dalle acque del mare, le cui piante di posidonia custodiscono tutt'oggi i resti dell'antico insediamento. Nel corso dei secoli, questo angolo di Sardegna ha conosciuto le scorrerie delle navi saracene e la lunga dominazione catalana, mentre, durante il ventennio fascista, Porto Conte servì da idroscalo per i collegamenti con Roma. Fuori della Baia, la costa è dominata da enormi rocce calcaree e ricoperta da una fitta vegetazione mediterranea. Su queste pareti nidificano specie rare di uccelli, tra cui il grifone. Qui si trova l'oasi faunistica chiamata "Arca di Noè", in cui vivono e si riproducono diverse specie animali come il cinghiale, il muflone, la volpe, il daino. Sul fondo del mare, tra la variopinta fauna marina si mostra rigoglioso il corallo rosso. Tartarughe marine e delfini nuotano placidamente in queste acque. La notte, il faro di Capocaccia domina con la sua luce intermittente l'intera costa.