Già vola il fiore magro

Il film offre un'analisi dei problemi concernenti la condizione degli immigrati italiani recatisi a lavorare nelle miniere belghe nel II Dopoguerra, e delle famiglie che, poco dopo, li seguirono. Domenico, minatore di Forlì, è il protagonista delle prime sequenze del film. Le telecamere lo riprendono mentre rielabora mentalmente dialoghi svolti in lingua francese, intanto il suo pensiero è rivolto alla sua terra, dove desidera tornare. Segue una citazione scritta del poeta Salvatore Quasimodo. Essa è alla base del titolo del film, il cui tema principale è, non a caso, l'arrivo in Belgio della famiglia di Pietro Sanna, precedentemente immigrato dall'Italia per lavorare in miniera. Le sequenze riprendono così l'arrivo in treno della famiglia di Pietro. Il Borinage, che un tempo aveva offerto lavoro a molti italiani, ora sembra però alimentare le speranze di pochi. La disoccupazione, infatti, comincia a mietere vittime anche tra i minatori. Ne sa qualcosa il Sanna, che lavora solo pochi giorni a settimana nel ventre della terra. La sua famiglia viene condotta nell'abitazione che l'ospiterà durante il soggiorno in Belgio. Al figlio più grande, Geppino, un adolescente con la vocazione per la meccanica, verrà fatta frequentare la scuola della miniera e diverrà minatore. I due bambini più piccoli, Attilio e Luigi, inizieranno la scuola all'indomani dell'arrivo nel Borinage. Essi saranno costretti ad imparare il francese. Un ragazzo del luogo, che si mostrerà da subito poco disponibile nei loro confronti, andrà a prenderli per accompagnarli all'edificio scolastico. Gli italiani occupano una posizione inferiore rispetto al popolo belga nella scala sociale. Si uniscono a questo, il problema del disagio creato dalla miseria, dalla disoccupazione dilagante, il continuo desiderio di ritornare in patria, emergente dai dialoghi fra conterranei. Il film "narra" la prima giornata della famiglia Sanna in Belgio. Luigi e Attilio, costretti a cimentarsi con la nuova lingua, cercano di integrarsi con i compagni. Il ragazzo che li ha condotti all'edificio scolastico, volontariamente non dice loro che suo padre è morto in miniera. Geppino va a trovare Pietro a lavoro, al ritorno fa una sosta in una festa all'aperto. Dolores, la bambina più piccola di Pietro Sanna, già pronuncia qualche parola in francese. I temi della speranza e della nostalgia per una casa troppo lontana chiudono il film.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda