Su Coģle. Un documentario sul lavoro dei pastori di Villanova Monteleone

Il documentario, senza commento aggiunto, illustra parte del lavoro giornaliero del pastore nell'ovile, su coìle: la mungitura e la preparazione del formaggio, a Villanova Monteleone, un paese del Logudoro. Il film, che restituisce il suono e le voci naturali che accompagnano la vita dei pastori, inizia con le immagini del pascolo e del cane, custode e compagno del pastore. Il suono delle campane della pecore, il belato, l'abbaiare del cane e i richiami dei pastori sono gli unici suoni che si perdono nella campagna. Le pecore di razza sarda senza incrocio, riconoscibili dalle orecchie piccole e corte, entrano in sa mandra, il recinto in pietra per la mungitura. Gli agnelli vengono portati in su pasçiale, detto anche akile, o mandra'e colcare, un altro recinto in pietra dove gli animali dormono. I pastori mungono le pecore manualmente, senza le gabbie in metallo. Il latte munto viene versato nei bidoni. Il recipiente usato per la mungitura viene appeso in su fulcalzu, un bastone conficcato nel terreno. Il latte viene colato all'interno de su labiolu, il grande recipiente di rame con l'interno stagnato, che si utilizza, tra le altre cose, per la preparazione del formaggio. Gli uomini accendono il fuoco in su foghile, il focolare, al centro della casa di campagna, spostano verso il fuoco su caddalzu, il braccio di legno, dov'è appeso su labiolu, il grande recipiente che contiene il latte. Raggiunta la temperatura giusta del latte, che varia a seconda del tipo di formaggio che s'intende fare, e si misura con un termometro in legno, si mette il caglio, su lìkidu, e si gira con sa mòriga ‘e linna, un bastone di legno. Quando il latte è cagliato, i pastori lo girano e lo schiacciano per separare su soru, il siero, da-e su casu, dal formaggio, si taglia con su segacasu, un arnese in legno. Sopra su labiolu, i due pastori mettono sa sèula, una sorta di asse in legno, che regge s'aiscu ‘e linna o de lama, il recipiente per la forma del formaggio, in legno o acciaio. I pastori si siedono uno di fronte all'altro e iniziano a pescare il cagliato e a metterlo nelle forme. Il cagliato verrà premuto e girato, finché tutto il siero non sarà fuoriuscito. Il formaggio fresco si conserva in sa mulza, nell'acqua salata, e si gira di tanto in tanto. Le forme fatte da un paio di giorni si lasciano stagionare in sas cannitas, le assi di legno appese al muro. Il siero avanzato dalla lavorazione del formaggio, sa jota, viene versato nelle vasche di pietra, sos lacos, dove mangiano i maiali. Finito il lavoro, i pastori fanno colazione. In un momento di svago, un pastore fa delle prove di sparo con il fucile, e afferma che questo strumento per lui è fondamentale, come tutti gli altri arnesi della campagna. Mentre le ultime immagini fanno un giro de sa mandra, con i bidoni messi ad asciugare, il fucile appeso, l'ombrello, e sos ferros de tundere, i ferri per tosare, appesi in su fulcalzu, si sente una voce maschile cantare a tenore, la tipica poesia sarda cantata in lingua logudorese.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Societą Umanitaria - Cineteca Sarda