Case di Alghero

Lo spunto da cui nasce il film è, come dichiara la voce fuori campo, l’accostamento di un’antica torre e un albergo di recente costruzione in località Porto Conte. Nella Riviera del Corallo si possono trovare differenti tipologie d’abitazioni. Una di queste è il nuraghe di Palmavera, testimonianza di vita associativa risalente all’età del bronzo. Non molto lontana, una Villa Romana di cui il documentario ci offre le inquadrature dei mosaici. Dalla Villa Romana ci si sposta verso Alghero. Il sito su cui sorge la cittadina viene denominato, in logudorese, Sa lughera, luogo di alghe. Alghero fu ceduta dai Doria ai catalani, in seguito alla sanguinosa battaglia di Porto Conte (1354). Addentrandoci nel groviglio di vie della città vecchia, la varietà di forme architettoniche non ci permette di individuare uno stile unitario. Una facciata mostra un’influenza aragonese. Sul lungo mare, costruzioni antiche e recenti conservano l’impronta dell’ispirazione spagnola. Il tramonto del sole suggerisce una breve constatazione sulla monocromia solare che avvolge la città, interrotta solo dalle guglie e dalle cupole policrome. Diversi sono i monumenti d’interesse architettonico e ornamentale: la casa Doria, il teatro civico, la casa Montanelli (le inquadrature si soffermano su dettagli). Infine, l’originalità delle più recenti costruzioni è contenuta entro i limiti del gusto mediterraneo.

Uscendo da Alghero, dirimpetto al perimetro urbano, troviamo Fertilia, fondata nel 1936. Essa si avvia a diventare un attrezzato centro turistico. Le costruzioni odierne di Fertilia hanno caratteristiche comuni a quelle dei quartieri residenziali di Alghero. Il film si chiude con le immagini delle strutture alberghiere ospitate nella cittadina catalana.

 

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda