La Lunga estate di fuoco

La sigla iniziale e finale del film propone due canzoni in campidanese, sottotitolate. Il film è diviso per argomenti. "Per non dimenticare": scorrono le immagini dei funerali dei caduti nell'incendio della collina di Turragia a Tempio, poi denominata Collina degli Eroi, del 28 luglio 1983. Sulla collina due lapidi e dei fiori ricordano gli otto caduti, arsi vivi a pochi metri del paese. Le tragiche immagini mostrano più volte i corpi carbonizzati. Questo documentario voluto dalla Regione Sardegna è stato fatto per non dimenticare, per lasciare alla storia la testimonianza di questa immane tragedia. Tutti siamo responsabili degli incendi dolosi, perché tutti possiamo fare in modo che la Sardegna non diventi un deserto di rocce. Nella seconda parte del film, intitolata "Il paradiso perduto del Grighine", si racconta il miracolo di questo territorio brullo dell'oristanese, dato in appalto, dai sette comuni della zona, ad alcuni industriali, che vi impiantano pini. Gli alberi, una volta cresciuti, fornivano carta alla cartiera di Arbatax. Il Grighine, con i suoi 50 km di pini e vent'anni di forestazione, era definito un angolo di Svizzera nel cuore della Sardegna. Alcuni servizi giornalistici del 1962, ricordano la creazione di un complesso industriale ad Arbatax. Le donne in costume, afferma il cronista, testimoniano la fedeltà alle tradizioni dell'isola e lo sguardo rivolto al progresso. Un altro servizio giornalistico parla della costruzione dell'aeroporto di Tortoli, nel 1962, indispensabile punto d'appoggio per la zona orientale. Ora di questo bosco resta solo un interminabile deserto. Nel giro di tre ore, il 27 luglio 1983, il Grighine è stato cancellato. I piromani assassini hanno usato molti litri di nafta. Tutti i mezzi erano impegnati in altri fronti. "L'assalto ai boschi secolari" racconta degli incendi, che, nell'ultima settimana di luglio del 1983, hanno divorato boschi secolari. In questa settimana ci furono 443 incendi, 50 incendi al giorno. I fuochi esplodevano contemporaneamente, con un piano preordinato i piromani distruggevano tutto e seminavano il panico. Le interviste degli abitanti sfollati di Guspini e Arbus, di San Leonardo e Cuglieri, raccontano il terrore del 27 e del 28 luglio. 37.500 ettari di boschi inceneriti. L'altra sezione "grazie soldati" illustra tutte le forze sarde e continentali, compresi molti contingenti dell'esercito, che si sono impegnate per spegnere gli incendi. Il Gen. Mario D'Autilia, comandante dei forestali, afferma che, nonostante l'impegno di quasi tutto il potenziale antincendio italiano, c'erano troppi fronti aperti. "Chi è stato?" Studiosi, esperti e forestali si pongono questa domanda. Il Dott. Luigi Podda, ispettore forestale di Cagliari, afferma, che, nonostante comunemente vengano accusati, non sono stati sicuramente i pastori. I fuochi, rendendo inutilizzabili i terreni e causando la siccità, danneggiano anche loro. "Miliardi di danni", i danni sono inestimabili, soprattutto dal punto di vista ecologico. Un servizio tv mostra Monte Urpinu nel 1957, nel giorno della festa dell'albero e Tempio, per la festa della montagna, nel 1957. Luigi Mossa, direttore dell'Istituto di Botanica dell'Università di Cagliari, afferma che la scuola deve essere molto più presente, si devono sensibilizzare i bambini con la reintroduzione delle due feste. Nella scuola elementare di Villacidro, coordinati da Gian Paolo Marcialis, i bambini scrivono un giornale e fanno dei disegni per ricordare la pineta di Monti Mannu scomparsa nell'incendio del 1983.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda