L'Isola degli sparvieri

Il documentario sull'isola di S. Pietro e sulla cittadina di Carloforte segue il tracciato delle vicende storiche, della conformazione geologica e naturalistica e dell'attuale vita nell'isola. Storicamente occupata da fenici e punici prima, e da romani poi (da loro fu denominata isola degli sparvieri), l'isola venne gradualmente abbandonata per il timore delle incursioni barbaresche. Nel 1738 venne colonizzata da un gruppo di liguri provenienti da Tabarka, in Tunisia, per essere stabilmente abitata da loro. La cittadina di Carloforte prende il nome da sovrano Carlo Emanuele di Savoia, che liberò un gruppo di tabarkini resi schiavi dai pirati; testimonianza di quest'episodio sono anche la statua con cui i carlofortini rendono omaggio al sovrano, e la madonna dello schiavo, che i tabarkini prigionieri tenevano durante la schiavitù, e che giunse poi con loro nell'isola per essere venerata fino ad oggi. La conformazione della cittadina è caratteristica per la presenza di strette e rapide stradine (carrugi) che confluiscono nella piazza centrale; sono inoltre visibili i resti delle fortificazioni nell'800 per la difesa dalle incursioni barbaresche. La tonnara costituiva un aspetto centrale del passato sistema economico carlofortino, e tracce consistenti dell'importanza del tonno rimangono nella gastronomia tradizionale tabarkina. I caratteri naturalistici dell'isola si distinguono per la diversità delle coste; da una parte sono infatti presenti alte scogliere a picco sul mare, mentre dall'altra si presentano piccole spiagge raccolte, ora una preziosa risorsa turistica per i carlofortini. L'ambiente si è rivelato particolarmente ospitale per accogliere specie quali i fenicotteri rosa.inserite il testo

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda