Cenere

Rosalia vive in un paese della Sardegna, a fine ottocento, ed è una ragazza madre. Il film si apre sui giochi del figlioletto Anania, alle “falde del Gennargentu”; il bambino si azzuffa con un coetaneo che lo ha chiamato “bastardo”. In seguito, Rosalia è costretta, a causa della povertà in cui vive, ad “abbandonare” il figlio al padre naturale. I due partono con grande tristezza per Nuoro. Arrivati in città, la donna porta Anania in un’aia dove spia il bambino mentre si presenta alla moglie del padre, che lo accoglierà “pietosa”. Rosalia, disperata, si allontana. Il bambino di notte ha gli incubi e sogna l’ombra della madre.
Passano gli anni. Anania studia, adesso, a Roma; la madre vive in Sardegna in una condizione di estrema miseria. Il giovane, promosso agli esami, si fidanza con Margherita, la sua vecchia compagna di giochi, ma continua a pensare alla madre naturale e decide di andare a cercarla in Sardegna. Tornato nell’isola, il giovane si reca a Fonni, ripercorrendo sulle tracce di Rosalia i luoghi della sua infanzia. Nella vecchia casa di famiglia trova una donna che gli dà informazioni sulla madre ed è anche disposta a combinare un incontro. Rosalia conduce un'esistenza da vagabonda, guadagnandosi da vivere come spigolatrice. Raggiunta dalla notizia del ritorno del figlio, sconvolta ancora dal senso di colpa, decide di incontrarlo. È un momento drammatico e tenero. Anania vorrebbe che la madre andasse a vivere con lui e la sua promessa sposa Margherita, ma Rosalia capisce che sarebbe solo una figura imbarazzante per la futura nuora. Anania parte rassicurando la madre che riuscirà a convincere la fidanzata e presto darà sue notizie inviando la rezetta (il vecchio amuleto consegnato da Rosalia al figlio nel momento dell’abbandono) avvolto in un panno colorato o bianco a seconda dell’atteggiamento positivo o negativo di Margherita. Nelle scene successive il giovane è disperato, perché ha ricevuto dalla fidanzata un rifiuto. Anania, però, ha scelto la madre e manda la rezetta, involta in un fazzoletto colorato, mentre riporta le lettere d’amore, posandole nel balcone di Margherita. Avuto il messaggio, l’anziana donna, comunque, decide di fuggire per non condizionare la vita del figlio che, avvertito del suo allontanamento, corre a cercarla. Rosalia, dopo aver vagato nella campagna, torna nella sua casa per morire. Viene trovata ormai senza vita e, mentre i vicini si accalcano curiosi nell’abitazione, giunge Anania che bacia la mano della madre che impugna l’amuleto contenente cenere. L’ultimo fotogramma ci mostra l’estremo bacio del figlio alla madre, portata via esanime.

Film ambientato in Sardegna, come dice la prima didascalia, ma non girato nell&rsququo;isola. È l&rso;unica pellicola dove appare la grande attrice Eleonora Duse, vera anima del film, sia per l’interpretazione sia per il contributo importante dato alla stesura del progetto, alla sceneggiatura e alla direzione del film.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda