Acqua di Sardegna

Il documentario si apre con le immagini del mare di Sardegna, limpido e trasparente. Tra le acque e gli abitanti dell'isola vi è un rapporto fondamentale, dato per esempio dalla pesca. Il mare però non costituisce l'unico legame uomo-acqua, infatti il rapporto più sincero che il sardo ha sempre avuto con l'acqua è quello legato alle zone interne: falde sotterranee, numerosissime fonti- tra cui quelle nuragiche utilizzate per il rito dell'ordalia-, grotte ricche di laghetti sotterranei. Attraverso le immagini scopriamo una Sardegna che celebra l'acqua come fonte preziosa e vitale -dovuta anche alla scarsità legata al problema della siccità- che trova nei numerosi santuari un valore sacrale e quasi mistico. Il santuario di Santa Vittoria, il pozzo di Santa Cristina e l'unicità del tempio a pozzo - presente solo sull'isola - attestano il grande valore attribuito all'acqua. Ma è lo stagno che rappresenta il luogo più frequentato dai sardi che portano ancora avanti la tradizione de Is fassois, antichi battelli costruiti solo nella zona di Oristano e che conservano ancora quel sapore di antico e tradizionale. Senza dimenticare le spiagge, i fondali marini - un tempo ricchi di corallo - e le grotte, tra cui spicca la famosa grotta del Bue Marino che ospita la foca monaca, raro esemplare in via d'estinzione. Infine, la passione per le terme, d'influenza romana, che sorgevano suggestive e benefiche in molti luoghi tra cui Fordongianus, che ne conserva ancora i segni.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda