La Grande strada azzurra

Nell'arcipelago la pesca con le reti rende a malapena il necessario per sfamarsi, dipendente com'è dai capricci del mare e dai prezzi bassi a cui il pesce viene acquistato dai grossisti.

Giovanni, per tutti Squarciò, riesce a guadagnare un po' più del necessario per sopravvivere pescando di frodo con gli esplosivi. Gli altri, tra cui Salvatore, suo amico d'infanzia, adoperano invece i metodi di pesca tradizionali e cercano di migliorare la propria condizione unendosi in cooperativa.

Dopo la chiusura della cava del paese anche Domenico, il giovane corteggiatore della figlia di Squarciò, è portato dalla necessità a pescare di frodo: sorpreso da Gaspare, il finanziere del paese, anche lui amico d'infanzia di Squarciò e Salvatore, rimane ucciso dall'esplosivo cadendo sulle rocce.

In seguito alle dimissioni di Gaspare, sostituito dal Maresciallo Riva, pescare con le bombe è sempre più rischioso e difficile per i nuovi controlli, resi più efficaci dall'utilizzo di un motoscafo. Squarciò compra allora una barca con un motore più potente, in modo da aggirare la sorveglianza. Ma un giorno, mentre sta per essere colto in flagrante dal Maresciallo, è costretto a far affondare la barca.

È l'inizio della sua decadenza: le cambiali firmate per l'acquisto della nuova barca scadono, non può più pescare al largo e, pescando con le bombe sottocosta, entra in conflitto con gli altri pescatori. Tale conflitto si acuisce ancora di più quando Squarciò rompe il tacito patto di solidarietà esistente tra i pescatori acquistando all'asta la barca pignorata a Santamaria, il padre di Salvatore.

Anche in famiglia il suo atteggiamento lo rende sempre più solo: Diana vede osteggiato il suo nuovo amore con il figlio di Salvatore, Renato, la moglie vive nel terrore di un incidente e i figli ormai disapprovano tacitamente l'autoritarismo del paese e il suo far uso di un sistema di pesca che tutti in paese giudicano scorretto.

Squarciò ne è profondamente addolorato e, distratto da questi pensieri, rimane ucciso sotto gli occhi dei figli mentre prepara una bomba.

Il primo lungometraggio girato da Pontecorvo, con un cast d'eccezione, è stato giudicato dai critici «da ammirare più per i motivi ispiratori che per i risultati raggiunti» (Gianni Rondolino); lo stesso regista avrebbe voluto girarlo con pescatori veri e in bianco e nero.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda