Un Paese di Sardegna. Desulo, un emigrato racconta

Un emigrato, vedendo un manifesto pubblicitario, ricorda Desulo, il suo paese sul Gennargentu, dove «gente semplice e buona, fedele alle sue tradizioni» vive «una vita senza malizia», la voce più alta è quella delle campane e si è lontanissimi dalla fretta cittadina.

Attraverso il suo ricordo vediamo, raccontate da una voce fuori campo, la sua infanzia e la sua giovinezza, che scorrono secondo i ritmi tranquilli della vita quotidiana di Desulo: il barbiere insapona e rade i suoi clienti davanti all'uscio di casa, i ragazzi seguono il postino nei suoi giri e le donne, come formiche, lavorano di continuo.

Quando, ormai ragazzo, si invaghisce di una ragazza, suo padre la chiede in sposa secondo il rituale tradizionale, chiedendo al padre della ragazza 'la colomba della casa'. Anche il matrimonio si svolge secondo la tradizione: la rottura del piatto celebra le nozze, e col lancio del grano si augurano agli sposi abbondanza e fertilità.

In autunno tutto il paese partecipa alla processione per chiedere alla Madonna di benedire la migrazione dei pastori e delle greggi verso il Campidano: in seguito gli uomini partono per portare le greggi alla pianura, in un cammino che dura settimane e li separa dalle proprie famiglie.

Le immagini documentano con attenzione la vita e i riti del paese. L'apertura e la chiusura sulla moderna città in cui vive l'emigrato acuiscono l'opposizione alla realtà del paese di Desulo, raccontato con nostalgia come un luogo semplice e antico.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda