Cavalcata sarda

Una volta abbandonato l'impiego del cavallo nelle attività lavorative e nelle operazioni belliche, rimangono l'attività agonistica sportiva, le giostre e le gare di abilità. Di quest'impiego la Sardegna offre esempi quanto mai illustri, sia nell'abilità dei cavalieri e nella qualità dei mezzo sangue arabo-sardi, ma anche nel valore del rapporto uomo-cavallo e dell'allevamento. Il documentario sulle qualità equestri dei sardi percorre l'itinerario cui sono destinati i mezzo sangue, dei quali si trova a Porto Conte (Alghero) un importante allevamento. Allevati nelle campagne allo stato brado, i cavalli sono presto sottoposti alla doma, ma, dice il commento fuori campo, senza violenza alcuna e nei modi dovuti che solo gli allevatori sardi conoscono. Successivamente sono selezionati in gare che si tengono nelle ruvide piste degli ippodromi campestri. Solido e maestoso nella figura e nella resistenza, il mezzo sangue ha trovato in Sardegna un campo d'impiego piuttosto ampio, come per esempio in ambito pastorale, dove si è rivelato un inseparabile e valido compagno. Mentre le pariglie sono testimonianza inequivocabile dell'abilità dei cavalieri isolani, è nei momenti che hanno le secolari tradizioni per cornice che il cavallo rivela la sua importanza per la cultura dei sardi. Così è immancabile nelle sfilate in costume e nelle esibizioni folkloriche; ma è in particolare in un'occasione che tutto ciò risalta, s'Ardia di Sedilo, la sagra che si tiene nel santuario campestre di San Costantino. E le immagini della competitiva corsa nel santuario, tra gli spari e le urla della folla, concludono il filmato.

 

 

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda