Liguria come Sardegna?

Il film mostra le immagini di montagne rigogliose, punteggiate dalla "bianca onda lanosa", le pecore. Lo speaker parla del risveglio autunnale della campagna, secca d'estate, che con il suo manto d'erba, è un invito per il pastore sardo, che qui conduce il suo gregge. La mattina, il pastore richiama le pecore e le porta in sa mandra, detta anche pasçali, un chiuso di frasche secche, dove le munge manualmente, con una ritualità di gesti antichi. L'asinello trasporta i bidoni del latte dentro le bisacce. Il latte, ricompensa delle fatiche del lavoro, viene versato in su cardaxu, il pentolone di fattura artigiana, dove bollirà. I pastori, seduti uno di fronte all'altro, fanno il formaggio, con movimenti precisi e sicuri. Il pecorino sardo è uguale ovunque, afferma lo speaker, anche nei monti della Liguria dove è stato girato il film e dove il pastore sardo è emigrato con la sua famiglia e con il gregge alla ricerca di pascolo. E' quasi un ritorno alla patria di provenienza dei protosardi. L'uomo intervistato dice d'esser andato in Liguria per cercare di stare meglio, i pascoli costano meno e l'accoglienza della comunità ligure è stata buona. Un uomo tiene in mano un maialetto pronto per essere cotto e portato in paese, dove vive la sua famiglia. Una donna, vestita in abiti tradizionali, con una stentata parlata italiana, dice d'aver seguito la famiglia e di accudire gli uomini che rientrano dalla campagna.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda