Sa Carrela 'e nanti

Santu Lussurgiu mostra un centro storico con abitazioni con ornati in pietra del ‘700. Il paese è sorto sulla bocca di un vulcano. Una delle possibili attrattive per il turista è il "Museo della Tecnologia contadina", nato da un progetto di Francesco Salis per riscroprire storia e cultura contadina con un metodo scientifico. Il museo è ospitato in una casa padronale del XVIII secolo, consta di undici sale e più di 2000 oggetti di ogni tipo riguardanti la civiltà contadina.

Tra le attività artigianali resistono la tessitura (telaio orizzontale), e le produzioni in rame e ferro. Una pelletteria è gestita da una coppia di tedeschi che, innamoratisi del posto, hanno deciso di viverci. Presente anche la produzione di selle e di coltelli con manico d'osso, in corno di muflone o montone.

Tra le località vicine e meritevoli di una visita il film segnala San Leonardo, con la sua chiesa del 1150 e fonti d'acqua. I dintorni di questo centro ospitale del Montiferru sono frequentati anche da cinghiali e mufloni.

Il Carnevale è solo il pretesto per un documentario che racconta la vita, gli aspetti caratteristici, culturali e tradizionali di Santu Lussurgiu. Il carnevale, festa che annuncia la primavera e celebra l'alternarsi delle stagioni, si conclude - racconta una voce fuori campo - con un falò e testimonia la balentìa dei cavalieri che si sfidano nella discesa "a sa pudda" [alla gallina]. La gallina, finta, viene appesa a un cavo teso in alto tra due palazzi e deve essere colpita a bastonate dai cavalieri lanciati al galoppo. Il nome della strada che vede lo svolgersi della discesa è "Sa Carrela ‘e Nanti". I cavalieri, in costume, effettuano la discesa anche a "pariglie", a due a due.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda