Il Gennargentu

Il documentario si apre con l'inquadratura di alcuni corsi d'acqua che caratterizzano il Gennargentu. Il nido dell' aquila. Immagini del Flumendosa e della diga di Villanova Strisaili, ad ovest la diga del Talora e il lago di Gusana. Immagini di Gavoi, un paesino dell'entroterra, dove resistono quasi intatte vecchie casette. Fonni meta di turisti che amano la neve e quando il tempo lo permette popolano il Monte Spada che si trova sul Bruncuspina. Inquadrature del convento dei francescani presente a Fonni dal '600, come sottolinea la voce over che accompagna le immagini. Il Bruncuspina nelle parole di Alberto Lamarmora, alla quale è dedicata una delle vette più alte del massiccio.

La flora con le caratteristiche beonie, i ciclamini e lo zafferano.

La fauna con gli splendidi mufloni che corrono nei prati. Perda Liana. Immagini dei meriagos, antichi rifugi dei pastori. Inquadrature del boschetto di tassi millenari, probabilmente i più antichi della Sardegna. Le capre selvatiche. Dorgali, la pulitura dei boschi, Orgosolo, la foresta di Desulo. Maialetti selvatici che popolano la zona. Foresta di Montes, su Cologone, Gorroppu e il sistema carsico de Sa Oche e Su Entu. Montarbu nei territori di Seui, Gairo e Ussassai. Immagini del cervo sardo e del trenino verde che attraversa le montagne. Il nuraghe Altazai e il nuraghe Mereu. Fiscali e la valle di Lanaitto nel territorio di Oliena. Taluna, con i buonissimi prosciutti e Aritzo dove è possibile ammirare Su Tessili e Tonara. Immagini i vecchi utensili casalinghi e da lavoro. Desulo con le donne che ancora indossano il tipico costume colorato e gli artigiani che lavorano il legno. Orgosolo con i caratteristici murales. Oliena con immagini di S'incontru e le feste campestri di Dorgali (San Giovanni) e Baunei. La chiesetta di Santa Maria Navarrese e le Cale: Sisine, Mariolu, Cala Luna. Pratobello conclude il documentario.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda