Amsicora

 

Il film consiste nella ripresa audiovisiva dell'opera comica in tre atti di Luigi Canepa Amsicora, messa in scena dalla Cooperativa Teatro e/o Musica e dall'Associazione Corale "Luigi Canepa", al Teatro Verdi di Sassari. Nella scenografia compare un grande nuraghe che campeggia sul palco, sullo sfondo la campagna, in lontananza si vede un altro nuraghe. E' notte, una sentinella sta di guardia sul nuraghe lamentando un raffreddore, quando arriva Mostale, suocero di Amsicora, la sentinella gli chiede di farsi riconoscere. La figlia piange e si dispera perché il marito vuole dichiarare guerra ai romani. Nel secondo atto, i sardi sono in festa: alcuni cantano a tenore in lingua sarda logudorese, mentre i ragazzi con il costume di Ittiri ballano, alcuni uomini giocano alla morra. S'improvvisa una gara poetica, sempre in lingua sarda logudorese. Neppure l'arrivo dei messaggeri romani fanno desistere Amsicora dal proposito di combattere contro i romani per conquistare la libertà. Amsicora può contare anche sul contributo dei cartaginesi. S'ironizza sulle diverse provenienze dei soldati sardi, soprattutto su quelli provenienti dal sud Sardegna. Nel terzo atto, le insegne romane sono ormai conficcate nel terreno vicino al nuraghe a testimonianza della vittoria dei romani. La moglie di Amsicora canta e si dispera, intorno a lei molti morti. Ennio il romano chiede alla donna di sposarlo, la donna è lusingata dalla proposta. Amsicora tenta di uccidersi, ma la moglie lo ferma, la sua morte è inutile, anzi deve rallegrarsi perché comparirà sui libri di storia e nelle cartoline dei sardi. S'ironizza sul ruolo degli storici e sulle figure leggendarie che i protagonisti rappresentano per i posteri. Iosto, figlio di Amsicora, non è morto, come affermano i libri di storia, ma è vivo e scende dal nuraghe con un salto. L'opera si conclude con un coro e con lo sventolio della bandiera italiana dal nuraghe.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda