Musica sarda

Il film rappresenta un viaggio attraverso i suoni della Sardegna. Le prime inquadrature hanno per oggetto una nave in partenza. Lasciato il porto, cominciano i balli sardi al suono dell'organetto. Segue un itinerario che inizia da Irgoli, dove l'aria marina, il vino dolce e la mitezza del clima appartengono al paesaggio come la musica e il ballo. Dopo le sequenze sull'architettura tipica del paese, la macchina da presa s'introduce all'interno di un bar, dove s'intonano canti a chitarra. Irgoli è collegato al circondario da un ponte che è stato dichiarato pericolante dalle autorità. Ci sono volute le proteste della comunità affinché si desse vita ad una nuova costruzione. Dalle proteste irgolesi si apre una parentesi su quelle d'Orgosolo, raffigurate nelle pitture murarie del paese di cui ci vengono offerte diverse inquadrature. A Irgoli i festeggiamenti autunnali in onore di S.Michele, mostrano Tottoreddu Chessa, irgolese, guidare con l' organetto i balli e i canti serali. La voce della festa è di Pietro Mannu. Il canto più interpretato è quello a tenore, che ripartisce le voci dal grave all'acuto. In mezzo s'inserisce la voce del solista.

Da Irgoli a Banari, dove Vincenzo, postino del paese è anche arbitro e amatore di feste. Queste ultime prevedono sempre i canti sardi. Il viaggio prosegue a Castelsardo, dove la musica è gestita dalla confraternita di S.Croce, alla quale appartengono artigiani, impiegati, muratori e pescatori. Le immagini mostrano la cerimonia d'ammissione nella confraternita di tre nuovi membri. Come nel resto del filmato, la maggior parte dei dialoghi sono in sardo. I momenti più importanti per la comunità di Castelsardo sono la Settimana Santa e la Pasqua. Un video del 18 marzo 1989 mostra i cantori esercitarsi con il Miserere, quello del 27 marzo dello stesso anno rappresenta la processione del Lunis Santi, la più lunga e sviluppata da un punto di vista simbolico. In quest'occasione una parte dei confratelli portano i misteri in processione. Essi camminano silenziosi e con il volto coperto. Altri confratelli, divisi in tre cori e con il volto scoperto danno vita ad un'interpretazione canora. A Mamoiada il suonatore d'organetto Bengasi in passato doveva fare i conti con la presenza di un'altro bravo suonatore, Pietro Diddu, che ha smesso di suonare da quando è deceduta la moglie. A Villaputzu e S.Vito incontriamo i suonatori di launeddas, fra i quali Aurelio Porcu, che oltre ad essere un bravo suonatore è un attento insegnante. Il video dedica alcune sequenze ai momenti in cui il maestro di Villaputzu insegna la sua arte ad un giovane. Aurelio Porcu ha un rivale, Luigi Lai, ripreso nelle immagini mentre suona. Il documentario si chiude con la festa di San Serafino che si svolge ogni anno in ottobre. I balli sono accompagnati dall'organetto di Tottoreddu Chessa.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda