Sardegna. Il futuro si chiama rinascita

Il documentario in bianco e nero del 1965 di Ignazio Delogu e di Mario Carbone illustra i problemi occupazionali e sociali della Sardegna alla fine degli anni sessanta. Il film inizia con le parole dei lavoratori sardi emigrati che raccontano le difficoltà lavorative esistenti anche fuori dall'isola. Il governo, spiega lo speaker, dà per risolti, o in via di risoluzione, i problemi del Mezzogiorno, ma se si guarda la realtà della Sardegna si fanno amare scoperte: negli anni sessanta 170.000 sardi sono stati costretti a emigrare. Le donne, che le immagini mostrano al telaio, reggono le case. Per i ragazzi studiare è molto difficoltoso. In campagna è rimasto chi non è potuto emigrare. La Regione non dà i soldi ai contadini, ma agli industriali e agli agrari forestieri. Il piano di rinascita è fallito. Su Gairo e Osini pende il problema della frana, ma anziché case, la Regione ha costruito una caserma per tremila carabinieri, in un paese di mille abitanti. Cagliari e Sassari sono cresciute, con grandi speculazioni edilizie. Il capitale straniero è venuto nell'isola per accaparrarsi i soldi del piano di rinascita, ma resta estraneo al contesto dell'isola e la colonizza. I pastori illustrano la difficoltà della loro vita, la solitudine, la lontananza dal paese. Anche pescare è un abuso, perché lo stagno appartiene al padrone. I pescatori si sono uniti nella lotta contro i padroni. Il turismo, con la Costa Smeralda, offre un'immagine diversa dell'isola. Carbonia è l'esempio più clamoroso del piano di rapina delle miniere. I minatori acquisiscono la coscienza d'essere l'avanguardia del popolo sardo, sotto la guida dei comunisti elaborano i piani contro il governo e i padroni. Nel 1904, i minatori scendono in piazza, i soldati sparano sulla folla, uccidendo tre persone. La CGIL di Milano chiede lo sciopero generale. Nel 1906 la rivolta si estende a tutta la Sardegna. Nella prima guerra mondiale nasce la leggenda della Brigata Sassari, considerata da Gramsci la forza nuova che muterà il destino dell'isola. Dal fango delle trincee nasce l'idea di autonomia. Alla fine degli anni sessanta, l'isola è scossa dalla lotte popolari per la Rinascita. Ora si può e si deve andare avanti. Il 13 giugno deve iniziare una nuova linea politica. Sotto la guida di Gramsci e di Togliatti, i comunisti sono i primi nella lotta per la Rinascita. Se i comunisti avanzano, avanza la Sardegna, afferma Togliatti, in un comizio. Il film si conclude con l'immagine di un cartello "basta con l'emigrazione", durante una manifestazione.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda