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Il *passato
Regia : Asghar Farhadi.- Francia ;
Italia, 2013.

N° associato: 14818 Formato DVD


 

Masterizzazione da DVD originale

Italia : Società Umanitaria, 2015.

DVD (130') ; col.

((abstract))

IL PASSATO Parigi. L'iraniano Ahmad e la francese Marie sono separati da quattro anni e lui nel frattempo è tornato a Teheran. Per espletare le formalità del loro divorzio, l'uomo torna nella capitale francese; ben presto, però, si rende conto che i rapporti tra Marie e la figlia Lucie sono piuttosto conflittuali. Ahmad cercherà di migliorare la situazione, ma nel frattempo un segreto verrà svelato... "(...) 'Il passato', nuovo film dell'iraniano Asghar Farhadi, il talento più prepotente della nuova generazione (e esportabile, anche se non fa certo un cinema facile), già premio Oscar per il magnifico 'Una separazione'. Sulla carta era la classica trappola: cast internazionale, lingua e cultura lontane (Parigi e le sue vestigia però restano intelligentemente sullo sfondo, tutto si svolge in una più neutra casetta di periferia). Ma Farhadi, come aveva già ampiamente dimostrato in 'Una separazione' conosce l'arte di elaborare nodi così complicati che più cerchi di scioglierli più si aggrovigliano. E la dolorosa matassa familiare di 'Le passé', con quella Francia così cosmopolita e insieme così chiusa, finisce per assumere un'inattesa valenza 'politica', oltre che esistenziale naturalmente. Nel quadro, già abbastanza labirintico, presto infatti si inseriscono ulteriori complicazioni. C'è un'altra moglie in coma, per ragioni che resteranno da chiarire; un figlio che deve nascere; una figlia grande che accusa la madre (ma nasconde a sua volta colpe solo sue); un figlio piccolo che non sa più quale sia la sua casa (solo i grandi registi usano con tanta misura e efficacia i bambini); più una tonnellata di rimpianti e cose non dette, e forse non dicibili, che separano ulteriormente l'iraniano e la sua ex-moglie. Ma mentre tutti si accapigliano su torti e responsabilità di ognuno, l'unico a sforzarsi di capire (e far capire) le ragioni di tutti sembra essere proprio quell'ex-marito venuto da lontano. Anche se a volte ottiene l'effetto contrario. Metafora perfetta, e forse non così casuale, di quei mediatori che cercano di costruire la pace nei Balcani o in Medio Oriente. Come per ricordarci che le guerre, di ogni dimensione, nascono sempre per le stesse cattive ragioni. E che mettendo sotto la lente di ingrandimento una famiglia (anzi tre) possiamo capire meglio il mondo in cui viviamo. Anche se Farhadi si guarda bene dal sottolineare questa lettura per concentrarsi sui suoi personaggi, sui loro sforzi, sui loro bisogni più profondi. Ovvero sull'impossibilità di conoscere quel passato, anche recente, di cui tutti, ogni giorno, nostro malgrado restiamo prigionieri." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 21 novembre 2013)

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