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Su *ballu 'e s'arza
Regia : Serafino Deriu.- Italia : Photomania Video In, 2007.

N° associato: 14595 Formato DVD


 

Italia : Società Umanitaria, 2014.

DVD (65') ; col.

((Abstract)) In sardo con sottotitoli in italiano

SU BALLU 'E S'ARZA Il progetto, riguardante la realizzazione di un libro e conseguentemente di un film, nasce in seguito ad anni di ricerca e interviste condotte da alcuni rappresentanti (Pinuccio Penduzzu, Pierangelo Cabiddu e Giommaria Meloni) dell'associazione culturale "Tradizioni Popolari di Macomer" in stretta collaborazione con l' associazione culturale "Coro Folk M. Murenu". L' obbiettivo dell'analisi svolta si fonda sulla riscoperta delle tradizioni della zona del Marghine e pone una particolare attenzione sul ballo, sul canto e di conseguenza sui riti che ne derivano. Da qui il romanzo di Gianni Firinu e il libro "SU BALLU 'E S'ARZA" comprendente non solo il racconto ma anche la sua versione in lingua sarda,una relazione scientifica e alcune interviste. Il film di Serafino Deriu, le cui sole riprese sono durate all'incirca sette mesi, si ri fa'alla sceneggiatura di Gianni Firinu ed e' ambientato a Macomer all'inizio degli anni 50. Si e' cercato di ricostruire la vera essenza di quel periodo curando ogni minimo dettaglio. Gli interpreti e le numerose comparse non sono professionisti ma attori improvvisati con una buona padronanza della lingua sarda e una altrettanto buona conoscenza del rito preso in considerazione : SU BALLU E S'ARZA . In Sardegna, la tradizione popolare, indica col termine Arza un insetto velenoso alquanto temuto in quanto procura ai malcapitati problemi sanitari molto seri. In caso di morso venivano adottate delle pratiche " terapeutiche" particolari, che avevano lo scopo principale di tranquillizzare lo sfortunato e aiutarlo a superare la crisi. La pratica piu' in uso consisteva nell'introdurre, la persona che veniva punta, dopo averla accuratamente coperta, inizialmente in un forno tiepido, e in un secondo momento nel seppellirla nel letame fino al collo per produrre calore e un'intensa sudorazione. Il calore serviva ad aumentare le difese immunitarie dello sfortunato, a questo si era giunti con l' esperienza pratica e non per le conoscenze medico-scientifiche, che a quei tempi erano scarse. Da questo momento in poi si dava inizio ai balli (su ballu de s'arza) accompagnati da nenie e canti. Nella versione presa in considerazione venivano scelte sette donne nubili, sette spose e sette vedove in quanto l'arza poteva essere maritata (cojada), nubile (bajana) o vedova (arza battia o fjuda). Le ventuno donne davano inizio, a turno, ai balli cantati che si protraevano per ore o giorni fino a quando l'ammalato non dava segni di sicura ripresa. Da quel momento in poi e dunque nella parte conclusiva del rito il canto assumeva una veste scherzosa con schiamazzi e improvvisazioni ironiche e col coinvolgimento gradito dei presenti. In tutta la Sardegna esistono decine e decine di varianti del ballo, che pare fosse in uso sino agli anni 50'.

1 Copia

Collocazione: SARDEGNA

 


 
Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda