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Lotte in Italia
Regia : Gruppo Dziga Vertov (Jean-Luc Godard ;
Jean-Pierre Gorin).- Italia ;
Francia, 1970.

N° associato: 13980 Formato DVD


 

Riversamento da Betacam

Italia : Società Umanitaria, 2012.

DVD (57') ; col.

((abstract))

Nelle quattro parti di cui è costituito il film, Paola Taviani, giovane militante di un movimento politico extraparlamentare, disegna le tappe della sua trasformazione. In una prima fase, i vari momenti della sua esistenza, vita familiare, studio, rapporti sociali di consumo, militanza politica, vengono da lei subiti in modo atomizzato. Iconograficamente, tale frammentazione della percezione della sua realtà, viene descritta con l'uso dell' inquadratura di uno schermo nero a separare i vari episodi della narrazione: le discussioni col padre, le lezioni di fisica ad uno studente lavoratore, l'acquisto di un vestito, un volantinaggio con arresto delle polizia. All'inizio della seconda parte, guardandosi dentro uno specchio, smaschera la falsità di quell'immagine caleidoscopica di sé. Lo può fare dopo aver fatto alcune scelte: il lavoro in fabbrica, la decisione di costruire col fidanzato una coppia rivoluzionaria, superando il precedente rapporto affettivo individualistico. La nuova pratica le permette di individuare l'elemento ideologico (nell'accezione marxiana, quindi negativa, del termine) della sua precedente percezione frammentata della propria esistenza, la sua funzionalità alla riproduzione delle condizioni di esistenza del capitalismo. Gli spazi neri vengono sostituiti da da quadri a colori con la scritta Lotta di classe. Procedendo nel tragitto da una nuova pratica ad una nuova teoria, Paola, individua nell'elemento politico, e più precisamente nel dominio capitalistico, l'elemento di unificazione delle varie sfere dell'esistenza. La coscienza a cui è giunta della prevalenza dei rapporti sociali di produzione, si traduce, visivamente, nella sovrapposizione sulle precedenti inquadrature fisse, di immagini di operai, fabbriche, lavoro. E di nuovo alla prassi: Paola utilizza lo strumento televisivo, l'apparizione concessale su una rete Rai (inizialmente il film era stato commissionato dalla tv di stato), per denunciare, dallo schermo, la mistificazione cui si presta una tale operazione, apparentemente tollerante e liberale. In particolare denuncia la responsabilità del sistema di comunicazione, in quanto apparato ideologico del sistema borghese, nel creare una rappresentazione della cultura come sfera autonoma ed indipendente, slegata dai processi materiali di produzione.

1 Copia

RACCOGLITORE N 9 (41) COP: La copia è consultabile esclusivamente in sede

 


 
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